Valerij Jakovlevič Brjusov (Mosca 1873–1924)
Considerato uno dei poeti e degli scrittori più rappresentativi del decadentismo russo in gioventù e nella fase matura uno dei corifei del simbolismo, anche come fondatore dell’influente rivista “Vesy” (“La bilancia”), Brjusov si forma alla Facoltà storico-filologica dell’Università di Mosca.
Con lo scoppio della Rivoluzione d’ottobre ottiene incarichi importanti come la direzione della Sezione moscovita della biblioteca del Ministero della cultura e la presidenza dell’Unione panrussa dei poeti, fondò l’Istituto superiore di letteratura ed arti di cui fu rettore e docente, prese parte attiva alla prima edizione della Grande enciclopedia sovietica.
Oltre che con i suoi racconti, Brjusov si mette in evidenza con i due romanzi storici Ognennyi angel (L’angelo di fuoco, 1909) e Altar pobedy (L’Altare della Vittoria, 1913), entrambi caratterizzati da un’atmosfera mitologica e storica.
Come traduttore, il suo nome è legato in particolare alle versioni in russo delle opere di Paul Verlaine, ma altre sue traduzioni significative sono quelle di Edgar Allan Poe, Romain Rolland, Maurice Maeterlinck, Emile Verhaeren, Victor Hugo, Racine, Molière, Byron e Oscar Wilde.
Brjusov ha tradotto inoltre il Faust di Goethe e l’Eneide di Virgilio ed è stato un attento studioso dell’opera e della figura di Dante, cui tributa una sua versione del primo canto dell’Inferno.
Hanno pubblicato sue opere in italiano le Edizioni E/O, Voland, Pagina Uno e, da ultimo, Giometti & Antonello.
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