Primo romanziere della Russia postrivoluzionaria, con L’anno nudo (1922) Boris Pil’niak (1894-1938) divenne il più rappresentativo dei «compagni di strada», quegli scrittori che, pur non essendo comunisti, approvavano i cambiamenti rivoluzionari. Ma nel 1926 provocò un enorme scandalo con la sua Storia della luna che non fu spenta, una denuncia a malapena velata dei metodi stalinisti.
L’opera fu immediatamente sequestrata e, nonostante i tentativi di Pil’niak di riabilitarsi con i successivi romanzi, il regime non gli perdonò mai quella provocazione. Nell’ottobre 1937 fu arrestato e poi giustiziato.
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